Breve vita del Santo
Giuseppe Maria Desa nacque il 17 giugno 1603 a Copertino, fra Brindisi e Otranto, in provincia di Lecce, nell'allora "Regno di Napoli".
Durante l'infanzia, fu gravemente ammalato per lungo tempo, e fu miracolosamente guarito nel Santuario della Madonna delle Grazie di Galatone, vicino Lecce. All'età di otto anni, Giuseppe ebbe una visione mentre era a scuola e ciò si ripeté altre volte. Era anche molto lento e distratto, girovagava senza meta. Non riusciva raccontare una storia sino alla fine e spesso s'interrompeva nel mezzo di una frase, perché non trovava le parole giuste. La sua permanenza fra i libri era inutile, ed egli tentò di imparare il mestiere del calzolaio, ma fallì. Aveva due zii nell'Ordine Francescano: a 17 anni voleva diventare anche lui francescano, ma fu respinto, a causa della sua ignoranza. Nel 1620, fu accettato come novizio presso i Cappuccini di Martina Franca, vicino Taranto, ma essi lo mandarono via dopo 8 mesi, perché molto distratto. Sua madre riuscì finalmente a farlo accettare come servitore presso il Monastero dei Francescani Conventuali "La Grottella" di Copertino. Mentre si trovava lì, come "oblato" e come "fratello laico", diede prova di grandi virtù, umiltà, obbedienza ed amore della penitenza. Fu deciso che poteva diventare un membro effettivo dell'Ordine e studiare per diventare sacerdote. Giuseppe sapeva leggere, ma a stento, e cominciò per lui un altro duro periodo alle prese con gli studi.
Il 20 marzo 1627, l'esaminatore gli chiese di spiegargli l'unica cosa che era riuscito ad imparare bene, e così Giuseppe divenne diacono! Un anno dopo, il 28 marzo, riuscì a diventare sacerdote: si presentò all'esame insieme a molti altri candidati. Dopo aver interrogato i primi, il Vescovo, essendo più che soddisfatto dai risultati, decise di promuovere tutti. Giuseppe si trovava fra i fortunati esaminandi a cui non era stata posta alcuna domanda, e divenne prete insieme agli altri: ecco perché è considerato il Patrono degli studenti !
Il "Santo Volante" Spesso andava in estasi e parlava con Dio. Rimaneva immobile come una statua, insensibile come la pietra, e nulla poteva smuoverlo. Qualunque cosa si riferisse al Signore lo poneva in uno stato di contemplazione. Ciò succedeva anche quando vedeva un dipinto religioso, oppure quando udiva il suono di una campana, musica sacra, il nome di Dio, della Vergine Maria o di un Santo. I suoi confratelli potevano pungerlo con gli spilli o bruciarlo con tizzoni ardenti nel tentativo di risvegliarlo, ma egli non si accorgeva di nulla. Frequentemente si sollevava dal suolo e rimaneva sospeso nell'aria: in chiesa, gli succedeva di volare verso l'altare o al di sopra di esso. Fu visto levitare dalla gente oltre settanta volte, mentre diceva la Messa o pregava.
Papa Urbano VIII, essendo stato presente ad una sua estasi, affermò che, se Giuseppe fosse morto prima di lui, egli avrebbe testimoniato ciò che aveva visto. Poteva accadere che egli stesse pregando dinanzi ad una statua in giardino, ed i frati lo vedessero sollevarsi in aria, ancora inginocchiato. Una folla incessante gli chiedeva aiuto e consiglio ed egli convertì molta gente ad una vita veramente cristiana. Giuseppe compì molti miracoli, specialmente fra la povera gente. Toccava occhi ciechi, ed essi vedevano, prendeva in braccio un bambino malato e lo guariva, trascrisse la benedizione di S.Francesco e tale foglio, fatto circolare in paese, compì meraviglie. Quando i confratelli venivano a parlargli, egli leggeva immediatamente nei loro pensieri, e talvolta apprendeva molto più di quanto essi avrebbero voluto. Una mattina entrò in chiesa per dire la Messa ed annunciò che il Papa era morto durante la notte. Fece lo stesso annuncio altre due volte, per le morti di Urbano VIII ed Innocenzo X.
Nell'Inquisizione sfortunatamente, c'erano alcuni confratelli che non credevano in queste cose. Inoltre, lui non sembrava il tipo di persona a cui potessero accadere simili cose... anzi, era generalmente un problema per la comunità... Quindi, era un impostore! Fu denunciato al Vicario Generale, che prestò fede alle accuse, per cui fu convocato dagli inquisitori di Napoli, dove si recò nell'ottobre 1638, lasciando il convento "La Grottella" di Copertino e trasferendosi nel monastero francescano conventuale "San Lorenzo Maggiore". Ben presto si sparse la voce che un santo abitava lì ed una enorme folla di napoletani si accalcò intorno al convento. Giuseppe aveva timore di entrare nel Tribunale dell'Inquisizione, ma S.Antonio da Padova gli apparve e lo incoraggiò. Fu interrogato, ed andò anche in estasi, rimanendo sospeso nell'aria. Gli inquisitori non riuscirono ad accusarlo di nulla, quindi lo mandarono a Roma, affinché il Ministro Generale dell'Ordine lo esaminasse ulteriormente. Il Ministro si rese conto dell'umiltà di Giuseppe, cominciò a dubitare della veridicità delle accuse e lo portò dinanzi al Papa. Alla fine, nulla fu provato contro Giuseppe, ma il Tribunale dell'Inquisizione decise di tenerlo comunque sotto stretta sorveglianza. Fu mandato da un convento isolato all'altro, e trattato con il massimo rigore.
Egli visse dal 1639 al 1653 nel Sacro Convento di Assisi. Nel luglio 1653, fu improvvisamente trasferito nel solitario convento cappuccino di "Pietrarubbia", vicino Pesaro, e poi fu mandato in un altro "nascondiglio", il monastero di "Fossombrone", sempre vicino Pesaro. Gli ultimi anni e la morte Giuseppe non sapeva, né chiese mai, ma sicuramente si chiedeva perché fosse stato separato dai conventuali e mandato presso i cappuccini. Tuttavia, conservò il suo spirito gioioso e rassegnato, sottomettendosi fiduciosamente alla Divina Provvidenza. Fu tenuto sempre in stretta clausura e gli era perfino proibito scrivere o ricevere lettere. Trascorse gli ultimi dieci anni della sua vita come se stesse in prigione, tenuto lontano dalle folle che insistevano nel cercarlo. Nonostante tutte queste accortezze, non riuscirono a tenerlo nascosto, ed i pellegrini scoprivano sempre i suoi nascondigli.
Il 10 luglio 1657, sei anni prima della sua morte, Giuseppe fu restituito ai confratelli conventuali e mandato nel convento della cittadina di Osimo, in provincia di Ancona, nelle Marche, vicino ad una delle capitali mondiali della fede: Loreto, dove la casa natale di Cristo fu trasportata dagli angeli, secondo la tradizione religiosa. Giuseppe praticò la penitenza ed il digiuno a tal punto che osservò sette Quaresime di 40 giorni ogni anno, e durante la maggior parte di esse, non toccò cibo ad esclusione del mercoledì e della domenica. Celebrò la Messa per l'ultima volta il 15 agosto 1663 e morì il 18 settembre. La gente accorse per vederlo, toccarlo e tagliare un pezzetto della sua santa tonaca. I confratelli dovettero nascondere il suo corpo, per proteggerlo dalla folla.
Ora è nella cripta della Basilica a lui dedicata. Fu beatificato da Benedetto XIV il 24 febbraio 1753, e canonizzato il 16 luglio 1767 da Clemente XIII. E' il santo patrono degli studenti, dei piloti e di chi viaggia in aereo. La sua ricorrenza è il 18 settembre.
Biografia tratta dal sito "Francesco di Assisi ed altri Servi di Dio" - by FIRPO